Nessuna sospensione. Eseguita la condanna a morte di un cittadino messicano in Texas. Crisi diplomatica alle porte

Non è servito nulla. Né la richiesta del Presidente Obama al Governatore texano Rich Perry di sospendere per 30 giorni l’esecuzione della condanna a morte nei confronti del cittadino messicano Humberto Leal Garcia, né il richiamo al rispetto del diritto internazionale e la necessità di garantire, con la sospensione, l’applicazione delle sentenze della Corte internazionale di giustizia e le esigenze di tutela dei propri cittadini all’estero. Con un ritardo di soli 21 minuti, alle 6.21 p.m. del 7 luglio (ora del Texas), a Huntisville, è stata eseguita la pena capitale (con iniezione letale) nei confronti del cittadino messicano condannato a morte per aver stuprato e ucciso una 16enne. Una condanna eseguita dopo l’ultimo appello alla Corte suprema che, però, ha respinto il ricorso (http://www.supremecourt.gov/opinions/10pdf/11-5001.pdf). Una sentenza che seppellisce anche le speranze di chi credeva in un cambiamento effettivo della nuova amministrazione Usa nei confronti del diritto internazionale e in particolare, in questo caso, della Convenzione di Vienna sulle relazioni consolari del 1963. E’ vero che l’amministrazione è intervenuta chiedendo la sospensione, ma l’ha fatto con colpevole ritardo, dimenticando per troppo tempo le sentenze della Corte internazionale di giustizia nei casi Lagrand e Avena e, soprattutto, che le condanne a morte comminate dopo un processo non equo perché in contrasto con il diritto internazionale gettano un’ombra sugli annunci sbandierati, ma non sempre portati avanti con convinzione, di voler rispettare il diritto internazionale diffusi, a più riprese, dall’amministrazione Obama.

Un approfondimento su tale questione, con l’indicazione di tutti i documenti, sarà disponibile nella newsletter n. 2 in distribuzione agli iscritti entro lunedì.

1 Risposta
  • marco
    luglio 8, 2011

    Ma nessuno pensa alla vittima ? Una 16 stuprata e massacrata da uno che definire cittadino mi sembra un oltraggio.

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